Debbo anche premettere che non ho l'arroganza di rivolgere le mie parole a quelli tra voi, che le quistioni sociali e economiche hanno nel loro corso universitario, poichč questi potrebbero venire al mio posto e parlare in vece mia. Io non mi rivolgo che alla parte di voi, che della quistione sociale non s'occupa, e suppongo sia la parte maggiore; del che non ho ragione di stupirmi nč di farvi rimprovero, essendo un fatto razionale e comune che, nella vita affollata di passioni e di pensieri a cui tutti, di tutte le etą, siamo costretti oggigiorno, sfuggano a molti per lungo tempo interi aspetti della societą, ordini interi di idee, e anche di avvenimenti periodici e notissimi, che per l'osservatore attento sono i segni indubitabili di una grande trasformazione sociale.
Mi domanderete per prima cosa: ma voi, per quistione sociale, che cosa intendete?
Č questa una delle molte domande alle quali non si puņ meglio rispondere che con un'altra domanda.
Ed ecco la mia risposta interrogativa.
Questo fatto della vita misera e del malcontento giustificato del maggior numero degli uomini, fatto comune a paesi poveri e ricchi, di tutti i gradi di civiltą, č effetto d'una legge di natura o delle leggi umane? Questa forza che accumula a un polo della societą la ricchezza e la cultura, e all'altro il pauperismo e l'ignoranza, che restringe quasi a una classe sola gli effetti benefici della civiltą e della scienza, che preclude quasi affatto alle moltitudini l'educazione e la vita dello spirito, che fa sussistere gli uni in faccia agli altri tanti tesori superflui e tanti bisogni insoddisfatti, tanti ozi felici e tante disperate fatiche, č un destino dell'umanitą o deriva da viziose istituzioni sociali?
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Speranze e glorie
Le tre capitali: Torino-Firenze-Roma
di Edmondo De Amicis
F.lli Treves Editore Milano 1911
pagine 248 |
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