Pagina (55/248)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Avversari del concetto di patria non siamo; ma di coloro che le patrie mirano a dividere per giovarsi della loro divisione, primo impedimento necessario alla vittoria di quell'ideale comune a tutte le moltitudini proletarie, che non può essere l'ideale loro. Essi fanno una cosa sola dell'amor di patria e dell'orgoglio nazionale. E anche noi abbiamo il nostro orgoglio nazionale. Ma il nostro è di natura diversa: è un orgoglio nazionale che vorrebbe che dalla nazione non fossero costretti a esulare ogni anno, per cercare un pane straniero, duecento mila dei suoi lavoratori, mentre nella terra che essi abbandonano, capace di tutti i prodotti di tutte le terre più fertili, rimangano ancora, o per incuria dei proprietari o per mancanza d'opere di bonificamento, quasi cinque milioni di ettari di suolo incolto, e altri dodici milioni che potrebbero fruttare il doppio di quanto fruttano. È un orgoglio nazionale il nostro, il quale vorrebbe che fossero purgate della malaria la metà almeno delle nostre provincie, che fosse tolta alla patria la vergogna lacrimevole dei suoi centomila pellagrosi, che il nostro paese non fosse fra gli ultimi d'Europa sulla via della legislazione sociale, che vi fossero sacri e inviolabili i diritti politici conquistati coi sacrifizi e col sangue di tutti, che per vane ambizioni di grandezza, calpestando i principii in nome dei quali siamo risorti, non si sperperassero a migliaia di miglia dai suoi confini le carni e le ossa dei suoi figliuoli. Coloro che, sentendo nel più profondo dell'anima la pietà di queste miserie e lo sdegno di queste vergogne, combattono con tutte le loro forze perchè le une e le altre abbiano fine, e credono che dinanzi all'orgoglio patriottico debba andare la carità fraterna, no, costoro non rinnegano la patria, costoro sono i soli che l'amino e la servano sapientemente.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Speranze e glorie
Le tre capitali: Torino-Firenze-Roma
di Edmondo De Amicis
F.lli Treves Editore Milano
1911 pagine 248

   





Europa