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      L'immagine della patria, per essi, è una madre amorosa, equanime con tutti i suoi figli, non ambiziosa che della loro prosperità e del loro affetto, e della fama di onesta, di civile e di benefica; non un'amazzone gonfia di boria, stoltamente fastosa in pubblico e crudelmente pitocca in casa, che si benda gli occhi con la bandiera e cerca la gloria nel sangue.
     
      Un'altra accusa è di eccitare all'odio una classe sociale contro l'altra. Ebbene, no, non lo credete, non è vero. Certo, in ogni grande famiglia di propagatori d'un'idea, anche delle più sante idee, vi sono i violenti di natura, a cui nessuna considerazione del comune interesse, nessun consiglio dei compagni di fede può moderar la parola. Vi sono gl'immoderati anche nel partito moderato, vi sono i provocatori anche fra i predicatori del Vangelo, vi furono i violenti anche fra i Santi. E noi non neghiamo, d'altra parte, che dinanzi a certi abusi mostruosi del potere e della fede pubblica, e quando vediamo all'oppressione dei deboli aggiungersi l'inganno e la derisione, ci prorompono dall'animo parole amare e iraconde. Nè di questo noi ci scusiamo. Ma accusarci d'istigare all'odio, solitamente e per proposito, una classe contro l'altra, è un assurdo, è accusarci d'operare coscientemente contro gl'interessi della nostra causa. Il detto che "la miseria nasce non dalla malvagità dei capitalisti, ma dal vizioso ordinamento della società" sta scritto in fronte, come una parola d'ordine, al più antico e più popolare dei giornali socialisti d'Italia.


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Speranze e glorie
Le tre capitali: Torino-Firenze-Roma
di Edmondo De Amicis
F.lli Treves Editore Milano
1911 pagine 248

   





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