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Resti qui dunque perpetuamente, o Maestro venerato, la tua immagine, fidata alla guardia amorosa di questa Torino che raccolse il tuo ultimo sospiro e custodisce le tue ossa; resti invulnerata dai secoli al bacio del sole e della gloria, e dalla bocca di pietra spiri ancora alle generazioni venture il soffio della libera e grande anima tua.
VII.
Per Felice Cavallotti.
Sono trascorsi sette giorni; alla prima oppressione dello sgomento e del dolore, che ci oscurarono lo spirito e ci strapparono il pianto dal cuore, è succeduta la tristezza profonda e lucida, che ricorda, medita e lamenta: eppure non possiamo ancor pronunziare senza un fremito d'angoscia ribelle a ogni rassegnazione, senza una ripugnanza del cuore incredulo e delle labbra tremanti - come se fossero un'orribile menzogna, queste tre sciagurate parole: - Felice Cavallotti non è più! - Noi non possiamo rassegnarci a pensare: - Altre ingiustizie pubbliche, altre violazioni della libertà, altri conati della reazione si succederanno, - ed egli le ignorerà; la patria patirà nuovi dolori, correrà nuovi pericoli, subirà forse altre vergogne - e le sue labbra taceranno; altri frodatori del comune avere, altri corruttori delle istituzioni patrie e profanatori del santo nome d'Italia compiranno le loro imprese, e la sua mano vindice - smascheratrice implacabile di tutti i mercanti del patriottismo - rimarrà inerte; supremi interessi nazionali si discuteranno, si combatteranno grandi battaglie politiche, care feste della patria, anniversari di giornate gloriose, conquiste e trionfi della libertà e del diritto si celebreranno in adunanze fraterne e solenni, - ed egli non v'assisterà. Felice Cavallotti che voleva dir forza, moto, azione, speranza inestinguibile, giovinezza perpetua - Felice Cavallotti che per noi teneva luogo d'una legione, del quale sentivamo anche da lontano l'alito possente e la voce che echeggiava sul paese come uno squillo di tromba - Felice Cavallotti che la nostra immaginazione, precorrendo il tempo, godeva a rappresentarsi ancora operoso e combattente nell più tarda vecchiaia, circondato dalla reveranza e dalla gratitudine pubblica.
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Speranze e glorie
Le tre capitali: Torino-Firenze-Roma
di Edmondo De Amicis
F.lli Treves Editore Milano 1911
pagine 248 |
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