L'alme donammo al fato, non bugiarde parole,
Dall'ombra degli avelli guardando all'avvenir!... -
L'Ombra, inchinando l'asta, grida: - Stanotte vuoleCoi morti di Mentana Leonida dormir!
E così ora "tramonti il poeta nella sua gloria" accanto al suo Leonida, egli che alle Termopili sarebbe morto tra i primi, e che in difesa della libertà e della giustizia combattè per trecento.
L'autor drammatico. Nessuno, certo, attende qui un'analisi ragionata di quell'opera complessa e varia, coronata di successi clamorosi, provocatrice di aspre battaglie, feconda di tante vive discussioni storiche e artistiche, nella quale dal dramma storico in versi, i "Pezzenti", il "Guido", l'"Agnese", - dove la poesia e la fantasia predominavano e la storia non era che fondamento e facciata, - Felice Cavallotti passò al grande dramma storico in prosa - l'"Alcibiade" e i "Messenj" - poggiato sopra una più minuta indagine del tempo e sopra un più profondo studio del vero, per trascorrere poi, con la "Sposa di Menecle", alla commedia intima di soggetto antico, e infine al moderno dramma psicologico, spingendosi fino all'idillio e al proverbio. Il cuore e la ragione insieme si ribellano oggi anche a una critica riverente. A noi basta rammentare che se neppur nel teatro non cercò nuove forme, attenendosi, come voleva la natura del suo ingegno, alla tradizione romantica, sulle traccie di Victor Hugo e dello Schiller, anche nel teatro portò il soffio della sua anima lirica, che tutto riscalda e vivifica, la santa fiamma dell'amor di patria e di libertà, una forza grande di sincerità giovanile e di virile coscienza, un continuo, amoroso, poderoso conato verso la bellezza e la grandezza, che ci leva in alto lo spirito e ci move il cuore anche quando non arriva dove fende.
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Speranze e glorie
Le tre capitali: Torino-Firenze-Roma
di Edmondo De Amicis
F.lli Treves Editore Milano 1911
pagine 248 |
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