Opera negativafu detta la sua con la stessa logica con cui si direbbe negativa l'opera del magistrato che, accusando e condannando, toglie e non dà dei cittadini al paese, o l'opera del soldato che, difendendo la patria sul campo, uccide e non crea. - Ha varcato il segno - da altri si disse - non doveva ostinarsi e incrudelire; si deve rispetto anche ai caduti per propria colpa. - E, certo, la parola è generosa, è l'espressione d'un sacro dovere di tutti verso i caduti che si pentono e si confessano, o cedon l'armi e rimangon muti. Ma quando i caduti rialzan la fronte minacciando, si ribellano alla giustizia e alla sorte, provocano la coscienza pubblica e tentano d'ingannare o d'imbavagliare la storia, l'ostinarsi nella lotta è dover di coscienza e necessità di vita. E poichè tanti sacerdoti della stampa che mentre egli combatteva solo quell'aspra battaglia, bersagliato di mille colpi e coperto di mille vituperi, l'applaudivano nella loro coscienza e copertamente l'incoraggiavano e gli desideravano la vittoria, pensando forse in cuor proprio che se avessero avuto la sua indipendenza, il suo ingegno e il suo coraggio, non per amor della giustizia, ma per sgombrar la via ad altre ambizioni, avrebbero condotta la stessa lotta con pertinacia anche più implacabile, poichè si videro tanti di costoro lamentare la sua morte e inneggiare alla sua vita senza arrischiar neppure una timida lode a quell'ultima opera sua, compiamo noi più risolutamente il debito nostro, affermando a voce alta, e con tutta la forza del nostro cuore, che quella fu la più forte, la più onorata, la più ammirabile pagina della sua vita.
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Speranze e glorie
Le tre capitali: Torino-Firenze-Roma
di Edmondo De Amicis
F.lli Treves Editore Milano 1911
pagine 248 |
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