E come Parigi ha l'"ora dell'assenzio"
, Torino ha l'ora del vermut, l'ora in cui la sua faccia si colora e il suo sangue circola più rapido e più caldo. Allora le scuole riversano per le strade nuvoli di ragazzi, dagli opifici escono turbe di operai, i tranvai passano stipati di gente, gli equipaggi s'inseguono, le botteghe dei liquoristi s'affollano, un esercito d'ufficiali e di soldati d'ogni arma si spande in ogni parte e mette un soffio di gioventù per le vie, e nella mezza oscurità della sera par di vedere Torino come all'immaginazione piace di raffigurarsela in un avvenire lontano: una Torino di cinquecentomila abitanti, che riempia la sua cinta daziaria, con un nuovo centro e nuovi sobborghi, tutta sonante di lavoro e rigurgitante di vita.
Ma il più bello spettacolo vivo, e nello stesso tempo il più originale, che offra Torino, è la passeggiata sotto i portici di Po, le sere d'inverno. I portici sono i "boulevards" di Torino. L'albergo d'Europa può rappresentare il "Grand Hôtel"; la chiesa dell'Annunziata, la "Madeleine"; il caffè Fiorio, "Tortoni"; il Teatro Regio, il "Grand Opéra". Anche qui la folla maggiore, e il fiore dell'eleganza e del lusso passano a destra. La prima cosa che dà agli occhi è il contrasto della bottega splendida col baraccone da villaggio che le sorge in faccia, nello stesso tempo officina e negozio; il banco della fruttaiola di fronte alla trattoria aristocratica; il rivenditore d'almanacchi e di libri usati in faccia al grande libraio signorile.
| |
Speranze e glorie
Le tre capitali: Torino-Firenze-Roma
di Edmondo De Amicis
F.lli Treves Editore Milano 1911
pagine 248 |
|
|
Parigi Torino Torino Torino Torino Europa Hôtel Annunziata Fiorio Teatro Regio Opéra
|