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      Ed ora dò il mio ultimo saluto a Firenze anch'io.
      Così dicendo, s'alzò, si voltò verso la città, e mise una voce di ammirazione. S'era fatto buio senza ch'egli se ne accorgesse, e tutta la valle era popolata di lumi. Provò quell'impressione stessa che si prova talvolta, girando per la campagna di notte, quando si guarda giù, senza pensarci, dall'orlo d'un'altura, e si vede la china, di cima in fondo, sorvolata da una moltitudine immensa di lucciole, che la fan parere tutta accesa. Così tutti quei lumi, a socchiudere appena gli occhi, si confondevano in un solo strato luminoso, che rendeva l'immagine d'un gran lago di fuoco. Dalle lunghissime file dei fanali della cinta, simili a ghirlande tese intorno alla città, altre file di lumi si stendevano dentro e fuori, diritte, curve, incrociate; altre interrotte qua e là, altre continue come un raggio di luce, altre nascoste quasi affatto dagli alberi, dietro a cui si vedeva uno splendore diffuso, come d'incendio; altre vicine, che parevano a pochi passi; altre lontane, visibili appena, or sì or no; e nel piano e sui colli, per tutto fiammelle, e gruppi di punti luminosi, e tremoli bagliori; un bellissimo cielo stellato, pareva, riflesso da una vasta acqua cheta.
      - Ah! - esclamò il nostro amico dopo qualche istante di muta contemplazione agitando una mano verso Firenze; -....seduttrice!
      Poi mise un sospiro e mormorò:
      - Addio, Firenze!
      E scese ch'era buio fitto.
     
     
     
     
      ROMA.
     
      L'ENTRATA DELL'ESERCITO ITALIANO IN ROMA.
     
      Roma, 21 settembre 1870.
     
      Le cose che ho da dire sono tante e tali che mi sarà impossibile di scriverle con ordine e chiaramente.


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Speranze e glorie
Le tre capitali: Torino-Firenze-Roma
di Edmondo De Amicis
F.lli Treves Editore Milano
1911 pagine 248

   





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