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      I soldati erano tutti accalcati intorno alla barricata; non si sentiva pił rumore di colpi; le colonne a mano a mano entravano. Da una parte della strada si prestavano i primi soccorsi a due ufficiali di fanteria feriti: uno dei quali, seduto in terra, pallidissimo, si premeva una mano sul fianco: gli altri erano stati portati via. Ci fu detto che era morto valorosamente sulla breccia il maggiore dei bersaglieri Pagliari, comandante del 35.°. Vedemmo parecchi ufficiali dei bersaglieri con le mani fasciate. Sapemmo che il generale Angolino s'era slanciato innanzi dei primi con la sciabola nel pugno come un soldato. Da tutte le parti accorrevano emigrati gridando. Tutti si arrestavano un istante, a guardare il sangue sparso qua e lą per la strada: sospiravano, e ripigliavan la corsa.
      La Porta Pia era tutta sfracellata; la sola immagine enorme della Madonna, che le sorge dietro, era rimasta intatta; le statue a destra e a sinistra non avevano pił testa; il suolo intorno era sparso di mucchi di terra, di materasse fumanti, di berretti di zuavi, d'armi, di travi, di sassi.
      Per la breccia vicina entravano rapidamente i nostri reggimenti.
      In quel momento uscģ da Porta Pia tutto il Corpo diplomatico in grande uniforme, e mosse verso il quartier generale.
      Entrammo in cittą. Le prime strade erano gią piene di soldati. Č impossibile esprimere la commozione che provammo in quel momento; vedevamo tutto in confuso, come dietro una nebbia. Alcune case arse la mattina fumavano, parecchi zuavi prigionieri passavano in mezzo alle file dei nostri, il popolo romano ci correva incontro.


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Speranze e glorie
Le tre capitali: Torino-Firenze-Roma
di Edmondo De Amicis
F.lli Treves Editore Milano
1911 pagine 248

   





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