È impossibile; fin che non ci sono sopra, mi par di sentirmela sul petto. Andiamo a vedere questa maraviglia. A San Pietro!
La carrozza era già di là dal ponte Sant'Angelo, quando il mio compagno mi consigliò di chiuder gli occhi e di non aprirli prima che me lo dicesse: li chiusi.
A un tratto la carrozza si fermò e l'amico disse: - Guarda.
Guardo: siamo in mezzo alla piazza. Ecco le colonne, le fontane, la gradinata, la cupola, ogni cosa come si vede nei quadri: nulla di nuovo, nessuna maraviglia.
- Dunque? - domanda l'amico, - non ti scuoti? che impressione ti fa? non ti par bello, grande, sublime?
Io son mortificato, non trovo parola. Questa è la famosa basilica? Questa la cupola che si vede di lontano quaranta miglia? Questo il gran colosso di San Pietro?
- Dunque?
- Dunque.... senti, amico, vuoi ch'io ti dica la verità?
- Quale?
- Mi par piccolo.
- Che cosa?
- Tutto: la piazza, la chiesa, la facciata, la cupola, tutto quello che vedo.
L'amico diede in uno scroscio di risa.
- Sarà ridicolo; ma è vero. Mi par piccolo, mi par piccolo, mi par piccolo. Son disilluso.
- Guarda quell'uomo.
- Quale?
- Quello seduto ai piedi d'una delle colonne di mezzo della facciata.
Guardo l'uomo, misuro con l'occhio tutta l'altezza della colonna, misuro la larghezza, poi l'uomo di nuovo, confronto, riguardo ed esclamo:
- È immenso!
- Ah! qui ti volevo! Bisogna confrontare, caro mio. Come ti puoi accorgere che qualcosa è gigantesco dove tutto è gigantesco? A prima giunta, tutti guardano in su, e tutti dicono come te.
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Speranze e glorie
Le tre capitali: Torino-Firenze-Roma
di Edmondo De Amicis
F.lli Treves Editore Milano 1911
pagine 248 |
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