V'č, fra le altre cose, una manina di donna colle dita tronche e un po' di braccio piccino e gentile, abbandonata in terra, mezzo nascosta e lontana da tutti gli altri rottami, che desta un senso di pietā, come se fosse di carne....
Uscimmo senza parlare. Tale č l'effetto che fanno le terme: la gente entra, guarda, gira, e nessuno parla; si passano accanto e non si badano: tutti pensano; si entra allegri, si esce tristi. Ritornando in cittā ci parve d'entrare in un mondo nuovo. Pensavo alla strana impressione che m'aveva fatto fra quelle mura il suono di certe parole piemontesi e come a Giacomo Leopardi sull'"ermo colle" sovveniva a me pure
l'eternoe le morte stagioni e la presente
e viva e il suon di lei...;
la quale un giorno sarebbe parsa ad altri altrettanto remota quanto pareva a me quella dello splendore delle Terme.
Ahimč! Che poca cosa ci paiono anche i nostri trionfi e le nostre gioie nazionali davanti a questi cimiteri di secoli!
UN'ADUNANZA POPOLARE NEL COLOSSEO.
Erano le tre dopo mezzogiorno. Il popolo romano si recava al Campidoglio per eleggere la Giunta provvisoria. Tutte le strade che conducono al Campo Vaccino erano percorse da folti drappelli di cittadini con bande musicali e bandiere. Arrivati al Campo, i drappelli si confusero in tre o quattro lunghissime colonne, e mossero insieme verso il Colosseo. Andavano a otto a otto, a dieci a dieci, allineati e stretti come soldati, levando tratto tratto altissime grida e lunghi applausi.
Le gallerie del Colosseo erano giā affollate.
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Speranze e glorie
Le tre capitali: Torino-Firenze-Roma
di Edmondo De Amicis
F.lli Treves Editore Milano 1911
pagine 248 |
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