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- Bravo! Bene! Legga! Legga! Non si discute! Silenzio! Legga! Lasciatelo leggere!
Il Montecchi legge: - Tale dei tali.
Un altro e più violento scoppio di grida e fischi e pestar di piedi e agitare di mani. E di nuovo il Montecchi incrocia le braccia in atto di rassegnazione.
- Abbasso! Abbasso! - grida la folla.
- No, viva! viva! - alcuni rispondono.
- Chi viva? Abbasso! Chi sono quei paolotti laggiù? Fuori! È passato il tempo! Abbasso! Abbasso!
Il Montecchi: - Prego....
- Abbasso i mercanti di campagna!
Il Montecchi, con voce semispenta:
- Prego, non discutano i nomi....
- Non si discute! Non si discute! "Se dice per di' che so' mercanti de campagna!"
Scoppio d'applausi.
- Non discutano, prego....
- "Hanno fatto massacrare il popolo romano!"
Applausi fragorosi.
-....Ma prego....
- "Nun li volemo!"
-....Un po' di silenzio....
- "Nun li volemo!"
Cento voci assieme: - Parliamo uno alla volta, perdio!
Il fracasso è assordante, la folla agitatissima; alcuni apostrofano con calde parole il Montecchi, altri apostrofano la folla dalle gallerie, si sventolano le bandiere, si formano dei capannelli, si batton le mani, si strepita, è un casa del diavolo infinito.
A poco a poco ritorna la quiete. Il Montecchi continua a leggere. Il primo nome passa. Il terzo è accolto da lunghi applausi. Otto o dieci altri non incontrano opposizione. Qualcheduno solleva un po' di mormorio.... Sia lodato il cielo, l'elenco è finito!
Si applaude.
Il Montecchi ricade sulla sua seggiola e si asciuga la fronte.
Allo strepito succede nella folla un vivissimo bisbiglio.
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Speranze e glorie
Le tre capitali: Torino-Firenze-Roma
di Edmondo De Amicis
F.lli Treves Editore Milano 1911
pagine 248 |
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