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      E vi par che si possa dire che il Colosseo è muto?
      Un altro scoppio di grida misto a suono di trombe mi giunse all'orecchio.
      E poi una voce distinta: - Viva la libertà!
      - Ah! - esclamai, rivolto al Colosseo, come se mi potesse intendere; - consolati, vecchio gigante; così monco e sfracellato come ti trovi, tu non fosti mai tanto bello nè tanto grande ai tempi degl'Imperatori!
     
     
     
      UNA MATTINATA ALL'ALBERGO.
     
      Non so se sia stato più vivo il piacere che provai entrando in Roma il 20 settembre, o quello che ebbi la mattina dopo, svegliandomi nella cameretta dell'albergo, appena rinvenni dall'illusione solita di credermi ancora dove avevo dormito la notte prima. Appena aperti gli occhi, il mio primo pensiero fu quello che m'era venuto a Monterotondo la mattina del 20: - Dunque quest'oggi "s'attacca!" - E stetti un momento perplesso. A un tratto mi parve di sentirmi nell'orecchio una potentissima voce: - Roma! - e mi scossi da capo a piedi, e balzai d'un salto alla finestra. Apersi le imposte, e visto appena le bandiere e udito le grida del popolo, m'entrò nel cuore tanta gioia che mi diedi a ridere come un pazzo. Poi chiamai il cameriere, senza sapere perchè. Venne subito, allegro anche lui ch'era un piacere.
      - Che mi comanda?
      - È un romano, - dissi tra me, guardandolo; - un romano cameriere! Mi fa pena; avrà forse un lontanissimo antenato console, senatore, pontefice massimo....
      - Come vi chiamate di nome di battesimo?
      - Caio.
      -....Caio Flaminio, - pensai, - Caio Gracco, Caio Sicinio, Caio Curzio.


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Speranze e glorie
Le tre capitali: Torino-Firenze-Roma
di Edmondo De Amicis
F.lli Treves Editore Milano
1911 pagine 248

   





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