...
- È chiaro.
- Lo capite anche voi.
- Diavolo!
- Picchiano: fatemi il favore d'aprire. Entrò il calzolaio: un gobbetto coi capelli grigi e il naso a becco.
- Scusate, - dissi al barbiere, - non posso rimandarlo indietro; bisogna ch'io mi misuri un paio di stivaletti; mi spiccio in un momento.
- Faccia pure.
Gli stivaletti andavano.
- Quanto volete? - domandai.
- Diciotto lire.
-....Son carini.
- Non è vero? Paiono fatti apposta per il suo piede.
- Eh no, voglio dire che sono un po' salati. A Firenze li pago sedici.
-....A Firenze è un altro par di maniche, caro signore; qui si paga tutto più caro. Ma io non sto sul tirato. A lei ch'è italiano glieli do per diciassette.
Il barbiere fu preso da un accesso di tosse.
- Ohè, dico! - gridò il calzolaio fissandolo fieramente; - che ci avete da fare delle osservazioni voi?
- "Gnente, gnente"; dicevo che l'Italia è un bel paese.
- E io vi dico che v'impicciate negli affari vostri, che già.... noi altri.... "armanco".... agl'italiani la gola "nun je la tajamo".
- E "manco" noi "nun je stroppiamo li piedi". - Potrest'essere più educato, "me pare".
- Più educato? - (accendendosi).... Io già, se ve l'ho a dire chiara e netta, la corte agli zuavi non glie l'ho mai fatta.
- E io neppure!
- Resta a sapersi!
- Come resta a sapersi?
- "Se conoscemo".
- Sicuro che "se conoscemo".
- "Er regno" dei preti è finito.
- Me ne rallegro.
- Non "de" core.
- Più "de" voi.
- Ci ho i miei dubbi.
- Via, via, - dissi, mettendomi in mezzo, - lasciamo queste quistioni; non son giorni questi da bisticciarsi fra amici; bisogna andar tutti d'accordo, e gli uni dimenticare i torti degli altri, se ce ne sono.
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Speranze e glorie
Le tre capitali: Torino-Firenze-Roma
di Edmondo De Amicis
F.lli Treves Editore Milano 1911
pagine 248 |
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Firenze Firenze Italia
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