Stringetevi la mano subito, in presenza mia, o non do il becco d'un quattrino a nessun dei due.
Si porsero la mano, ma senza toccarsela.
- Animo, stringetevela, - dissi.
- Lui ha da dir prima viva l'Italia! - disse il barbiere.
- E io "nu je vojo dà" questa soddisfazione, - risponde l'altro.
- Animo, ditelo per far piacere a me.
- Viva.... l'Italia.
Si strinsero la mano.
Ma il calzolaio subito con un rincalzo di passione: - E io lo "so" stato sempre italiano, capite!
- Sì, sì, lo credo, - gli dissi, - vi si vede in viso, eccovi i denari, andatevene pure.
- E io non glie l'ho fatta mai la corte agli zuavi, sapete, non glie l'ho fatta mai.
- Andate, andate.
- E non è questa la maniera "de" screditar la gente....
- Via....
- E "se" rivedremo....
- Chetatevi, ve ne prego, vien gente....
Entrò la stiratora, una donnicciuola sui cinquant'anni, con un'aria di vittima, col cappellino e lo scialle messi per traverso: il calzolaio si fermò sull'uscio.
- È lei, signore, - mi domandò la donna con voce tremante, - che mi ha da dar della biancheria?
- Io; ma bisogna che me la riportiate domani.
- Si farà.... quello.... che.... si.... potrà.
- Che cos'avete?
La stiratora scoppiò in pianto.
- Che v'è accaduto? - domandai, avvicinandomele.
- Ah! signore.... mio fratello e mio cognato....
- Son morti?
- No.... sono impiegati alla Revisione.
- Ebbene?
-....Li mandano via.
- Chi?
- Gl'Italiani.
- Ma, che! Rimarranno nel loro impiego, statene sicura; il governo italiano non toglierà il pane a nessuno; datevi pace, buona donna.
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Speranze e glorie
Le tre capitali: Torino-Firenze-Roma
di Edmondo De Amicis
F.lli Treves Editore Milano 1911
pagine 248 |
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