L'immaginazione, frattanto, vi fa un singolare inganno in quel pellegrinaggio: il vostro pensiero, di là sotto, non risale già alla Roma attuale; quella che sentite sul vostro capo è l'antica; sentite e pensate come se, risalendo all'aria aperta, vi doveste ritrovare fra gli splendori e gli orrori del regno dei Cesari; e quando vi s'affaccia improvvisa l'immagine dell'aula di Montecitorio, che avete fissato di visitar tra un'ora coi vostri compagni di viaggio, vi produce un senso così vivo di stupore, che del vostro stupore medesimo rimanete maravigliati, come d'un caso non mai provato di "doppia coscienza".
Si discende ancora a un altro piano, e da questo a un altro, in un'aria che vi par sempre più fredda, in un buio che vi par sempre più denso, in un nuovo labirinto di gallerie strettissime, che discendono e risalgono, e s'aprono in bivii e in crocicchi, e s'allargano in ambulacri e in oratori, fiancheggiate di loculi, di bisomi, di cripte, dove al raggio del lumicino vi appaiono altre ampolle di sangue, altri nomi di morbi, altri ossami ammucchiati, e altri occhi di teschi che vi fissano, con quello sguardo profondo che domanda ed aspetta. In alcuni punti i corridoi si restringono, le vôlte s'abbassano, tutti i vani s'impiccoliscono, e par che la terra stia per chiudersi su di voi da ogni parte e seppellirvi vivente; e allora vi prende un senso d'oppressione, e quasi un brivido di sgomento al pensiero di tutta quella solitudine oscura, di tutti quei cimiteri che vaneggiano l'un sull'altro al disopra del vostro capo, di tutti quegli anditi intricati, di tutte quelle fughe di sepolcri, di tutte quelle ombre informi che avete visto allungarsi sulle pareti, di tutti quei passi misteriosi che v'è parso d'udire, di tutte quelle occhiaie vuote che v'hanno guardato.
| |
Speranze e glorie
Le tre capitali: Torino-Firenze-Roma
di Edmondo De Amicis
F.lli Treves Editore Milano 1911
pagine 248 |
|
|
Roma Cesari Montecitorio
|