È giovane e grande la maestra Delcati, e vestita bene, bruna e irrequieta, che fa tutto a scatto di molla, e per un nulla si commove, e allora parla con grande tenerezza. - Ma almeno i bimbi le si affezionano? - le ha detto mia madre. - Molti sì, - ha risposto, - ma poi, finito l'anno, la maggior parte non ci guardan più. Quando sono coi maestri, si vergognano quasi d'essere stati da noi, da una maestra. Dopo due anni di cure, dopo che s'è amato tanto un bambino, ci fa tristezza separarci da lui, ma si dice: - Oh di quello lì son sicura; quello lì mi vorrà bene. - Ma passano le vacanze, si rientra alla scuola, gli corriamo incontro: - O bambino, bambino mio! - E lui volta il capo da un'altra parte. - Qui la maestra s'è interrotta. - Ma tu non farai così piccino? - ha detto poi, alzandosi con gli occhi umidi, e baciando mio fratello, - tu non la volterai la testa dall'altra parte, non è vero? non la rinnegherai la tua povera amica.
Mia madre
10, giovedì
In presenza della maestra di tuo fratello tu mancasti di rispetto a tua madre! Che questo non avvenga mai più, Enrico, mai più! La tua parola irriverente m'è entrata nel cuore come una punta d'acciaio. Io pensai a tua madre quando, anni sono, stette chinata tutta una notte sul tuo piccolo letto, a misurare il tuo respiro, piangendo sangue dall'angoscia e battendo i denti dal terrore, ché credeva di perderti, ed io temevo che smarrisse la ragione; e a quel pensiero provai un senso di ribrezzo per te. Tu, offender tua madre! tua madre che darebbe un anno di felicità per risparmiarti un'ora di dolore, che mendicherebbe per te, che si farebbe uccidere per salvarti la vita!
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Cuore
di Edmondo De Amicis
pagine 303 |
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Delcati Enrico
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