Va', e per un po' di tempo non portarmi più la tua carezza; non te la potrei ricambiare col cuore.
TUO PADREIl mio compagno Coretti
13, domenicaMio padre mi perdonò; ma io rimasi un poco triste, e allora mia madre mi mandò col figliuolo grande del portinaio a fare una passeggiata sul corso. A metà circa del corso, passando vicino a un carro fermo davanti a una bottega, mi sento chiamare per nome, mi volto: era Coretti, il mio compagno di scuola, con la sua maglia color cioccolata e il suo berretto di pelo di gatto tutto sudato e allegro, che aveva un gran carico di legna sulle spalle. Un uomo ritto sul carro gli porgeva una bracciata di legna per volta, egli le pigliava e le portava nella bottega di suo padre, dove in fretta e in furia le accatastava.
- Che fai, Coretti? - gli domandai.
- Non vedi? - rispose, tendendo le braccia per pigliare il carico, - ripasso la lezione.
Io risi. Ma egli parlava sul serio, e presa la bracciata di legna, cominciò a dire correndo: - Chiamansi accidenti del verbo... le sue variazioni secondo il numero... secondo il numero e la persona...
E poi, buttando giù la legna e accatastandola: - secondo il tempo... secondo il tempo a cui si riferisce l'azione...
E tornando verso il carro a prendere un'altra bracciata: - secondo il modo in cui l'azione è enunciata.
Era la nostra lezione di grammatica per il giorno dopo. - Che vuoi, - mi disse, - metto il tempo a profitto. Mio padre è andato via col garzone per una faccenda. Mia madre è malata. Tocca a me a scaricare.
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Cuore
di Edmondo De Amicis
pagine 303 |
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Coretti Coretti Coretti
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