Pagina (52/303)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Mio padre non lo crede. - Aspetta ancora a giudicarlo, - m'ha detto; - egli ha quella passione; ma ha cuore.
      Vanità
      5, luned́
      Ieri andai a far la passeggiata per il viale di Rivoli con Votini e suo padre. Passando per via Dora Grossa, vedemmo Stardi, quello che tira calci ai disturbatori, fermo impalato davanti a una vetrina di librario, cogli occhi fissi sopra una carta geografica; e chi sa da quanto tempo era là, perché egli studia anche per la strada: ci rese a mala pena il saluto, quel rusticone. Votini era vestito bene, anche troppo: aveva gli stivali di marocchino trapunti di rosso, un vestito con ricami e nappine di seta, un cappello di castoro bianco e l'orologio. E si pavoneggiava. Ma la sua vanità doveva capitar male questa volta. Dopo aver corso un bel pezzo su per il viale, lasciandoci molto addietro suo padre, che andava adagio, ci fermammo a un sedile di pietra, accanto a un ragazzo vestito modestamente, che pareva stanco, e pensava, col capo basso. Un uomo, che doveva essere suo padre, andava e veniva sotto gli alberi, leggendo la gazzetta. Ci sedemmo. Votini si mise tra me e il ragazzo. E subito si ricorḍ d'essere vestito bene, e volle farsi ammirare e invidiare dal suo vicino.
      Alẓ un piede e mi disse: - Hai visto i miei stivali da ufficiale? - Lo disse per farli guardar da quell'altro. Ma quegli non gli baḍ.
      Allora abbasṣ il piede, e mi mostṛ le sue nappine di seta, e mi disse, guardando di sott'occhio il ragazzo, che quelle nappine di seta non gli piacevano, e che le volea far cambiare in bottoni d'argento.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Cuore
di Edmondo De Amicis
pagine 303

   





Rivoli Votini Dora Grossa Stardi