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      Poi tutt'intorno dei signori, dei popolani, alcuni ufficiali, e donne e ragazzi, che si accalcavano. Noi ci stringemmo in un angolo dov'erano già affollati molti alunni d'altre sezioni, coi loro maestri, e c'era vicino a noi un gruppo di ragazzi del popolo, tra i dieci e i diciott'anni, che ridevano e parlavan forte, e si capiva ch'erano tutti di Borgo Po, compagni o conoscenti di quello che doveva aver la medaglia. Su, a tutte le finestre, c'erano affacciati degli impiegati del Municipio; la loggia della biblioteca pure era piena di gente, che si premeva contro la balaustrata; e in quella del lato opposto, che è sopra il portone d'entrata, stavano pigiate un gran numero di ragazze delle scuole pubbliche, e molte ragazze militari, coi loro bei veli celesti. Pareva un teatro. Tutti discorrevano allegri, guardando a ogni tratto dalla parte del tavolo rosso, se comparisse nessuno. La banda musicale suonava piano in fondo al portico. Sui muri alti batteva il sole. Era bello.
      All'improvviso tutti si misero a batter le mani dal cortile, dalle logge, dalle finestre.
      Io m'alzai in punta di piedi per vedere.
      La folla che stava dietro al tavolo rosso s'era aperta, ed eran venuti avanti un uomo e una donna. L'uomo teneva per mano un ragazzo.
      Era quello che aveva salvato il compagno.
      L'uomo era suo padre, un muratore, vestito a festa. La donna, - sua madre, - piccola e bionda, aveva una veste nera. Il ragazzo, anche biondo e piccolo, aveva una giacchetta grigia.
      A veder tutta quella gente e a sentir quello strepito d'applausi, rimasero lì tutti e tre, che non osavano più né guardare né muoversi.


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Cuore
di Edmondo De Amicis
pagine 303

   





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