Noi toccammo tutti la sua fiaschetta con le barchette e i bicchieri, e bevemmo l'ultima volta. E lui: - Viva il quadrato del '49! gridò, levandosi in piedi, e cacciando giù l'ultimo sorso; - e se avrete da far dei quadrati anche voi, badate di tener duro come noi altri, ragazzi! - Era già tardi: scendemmo correndo e cantando, e camminando per lunghi tratti tutti a braccetto, e arrivammo sul Po che imbruniva, e volavano migliaia di lucciole. E non ci separammo che in piazza dello Statuto, dopo aver combinato di trovarci tutti insieme domenica per andare al Vittorio Emanuele, a veder la distribuzione dei premi agli alunni delle scuole serali. Che bella giornata! Come sarei rientrato in casa contento se non avessi incontrato la mia povera maestra! La incontrai che scendeva le scale di casa nostra, quasi al buio, e appena mi riconobbe mi prese per tutt'e due le mani e mi disse all'orecchio: - Addio, Enrico, ricordati di me! - M'accorsi che piangeva. Salii, e lo dissi a mia madre: - Ho incontrato la mia maestra. Andava a mettersi a letto, - rispose mia madre, che avea gli occhi rossi. E poi soggiunse con grande tristezza, guardandomi fisso: - La tua povera maestra... sta molto male.
La distribuzione dei premi agli operai
25, domenicaCome avevano convenuto, andammo tutti insieme al Teatro Vittorio Emanuele, a veder la distribuzione dei premi agli operai. Il teatro era addobbato come il 14 marzo, e affollato, ma quasi tutto di famiglie d'operai, e la platea occupata dagli allievi e dalle allieve della scuola di canto corale; i quali cantarono un inno ai soldati morti in Crimea, così bello, che quando fu finito tutti s'alzarono battendo le mani e gridando, e lo dovettero cantare da capo.
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Cuore
di Edmondo De Amicis
pagine 303 |
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Statuto Vittorio Emanuele Enrico Teatro Vittorio Emanuele Crimea
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