Pagina (287/303)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma sopra tutti ringrazio te, padre mio, te mio primo maestro, mio primo amico, che m'hai dato tanti buoni consigli e insegnato tante cose, mentre lavoravi per me, nascondendomi sempre le tue tristezze, e cercando in tutte le maniere di rendermi lo studio facile e la vita bella; e te, dolce madre mia, angelo custode amato e benedetto, che hai goduto di tutte le mie gioie e sofferto di tutte le mie amarezze, che hai studiato, faticato, pianto con me, carezzandomi con una mano la fronte e coll'altra indicandomi il cielo. Io m'inginocchio davanti a voi, come quando ero bambino, e vi ringrazio, vi ringrazio con tutta la tenerezza che mi avete messo nell'anima in dodici anni di sacrificio e d'amore.
      NaufragioUltimo racconto mensile
      Parecchi anni or sono, una mattina del mese di dicembre, salpava dal porto di Liverpool un grande bastimento a vapore, che portava a bordo pił di duecento persone, fra le quali settanta uomini d'equipaggio. Il capitano e quasi tutti i marinai erano inglesi. Fra i passeggeri si trovavano vari italiani: tre signore, un prete, una compagnia di suonatori. Il bastimento doveva andare all'isola di Malta. Il tempo era oscuro.
      In mezzo ai viaggiatori della terza classe, a prua, c'era un ragazzo italiano d'una dozzina d'anni, piccolo per l'etą sua, ma robusto; un bel viso ardimentoso e severo di siciliano. Se ne stava solo vicino all'albero di trinchetto, seduto sopra un mucchio di corde, accanto a una valigia logora, che conteneva la sua roba, e su cui teneva una mano.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Cuore
di Edmondo De Amicis
pagine 303

   





Liverpool Malta