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      Dove poi questa abbia pesato colla sua mano vendicatrice, rimane per così dire il vuoto dell'anima, un terrore che le madri sentono nel concepire e perpetuano di generazione in generazione, uno zelo d'obedienza, che indica sempre la paurosa memoria dell'antica sconfitta. Per esempio, i tumulti d'intolleranza, la sete del sangue degli eretici e degli uomini liberi, i più forti segni di riazione cattolica non si manifestano anche a' di nostri che in quelle provincie, le quali, per molti amici della riforma e lotta già sostenuta contro la Chiesa, furono visitate dalle ire della inquisizione. Nella Lombardia che si stende fra Milano, Bergamo, il lago di Como e il lago Maggiore, abondarono, specialmente nel secolo decimosesto, i ribelli alla Chiesa; e a Monza ed altrove da pochi giorni una moltitudine imbestiata dall'ignoranza, dalla paura dell'inferno e dalle furie de' preti tentava scannare eretici. A Modena, patria del Castelvetro, dell'Eustachio, del Grilenzone e d'altri liberi pensatori in fatto di religione; a Lucca, che per metà nel secolo decimosesto si trapiantava in Ginevra, onde sfuggire alle rabbiose minaccie del Santo Ufficio; a Ferrara, centro evangelico dell'Italia sotto la duchessa Renata, i preti romani ottengono più facile ascolto che altrove. Nella stessa piccola Guardia hai potuto osservare senza dubbio lo stesso fenomeno; tanto ciò è vero che gli elettori di quel villaggio a te, libero uomo, furono unanimemente contrari, poichè la voce d'un prete, d'un'autorità qualsivoglia avrà bastato a farteli avversi.


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L'inquisizione e i calabro-valdesi
di Filippo De Boni
Daelli Milano
1864 pagine 117

   





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