Pagina (15/117)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ricordiamo adunque! ricordiamo sempre! almeno ricordiamo, quando si voglia misurare i tristissimi effetti delle dottrine di Roma! Le quali, forse benefiche un giorno, oggi sono la nostra pietra d'inciampo. Mentre condannano tutti quelli che han sete di verità e di giustizia; mentre disseccano tutte le fonti della vita morale, e contraddicono alle stesse nozioni di libertà, di famiglia, di patria, pure continuano a governare; anzi ne son governati que' medesimi, che si vantano di sfuggirle o combatterle. Giacchè per usi radicati da secoli, per tradizionale persuasione cui niuno nemmeno pensa di sottoporre ad esame, per grandi monumenti, di cui han coperto la terra, queste dottrine sono commiste al sangue, han filtrato lo spirito loro e il loro veleno nelle più intime fibre socievoli del paese: onde i popoli le assorbono nascendo, le respirano coll'atmosfera, se ne nutricano ad ogni modo, studiando, conversando, anche ne' piaceri, perfino guardandosi intorno. Nè valga addurre la scienza, ch'è tutta laica, tutta umana, emancipata da essa interamente ne' suoi principii, ne' suoi metodi e nelle sue conseguenze. La scienza non ha potuto ancora impregnare lo spirito delle moltitudini e commuovere il sentimento, come lo può, come lo deve e come sarà. E qui si noti che il sentimento governa la donna nelle credenze e negli atti. Mentre lo sposo, il fratello o l'amante si agitano nelle lotte del secolo nostro, la donna vive ancora nella religione semibarbara de' mezzi tempi, straniera se non ostile al moto che seco trae irresistibilmente le comunanze civili, guardiana gelosa delle più assurde tradizioni sotto il domestico tetto; perciò la donna col fascino delle sue grazie e della sua affettuosa ignoranza, per debito di coscienza, oltre che essere nelle case nostre l'orecchio e l'occhio dell'inimico, conserva ed alimenta nella società intiera una dualità funestissima, una guerra intestina.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'inquisizione e i calabro-valdesi
di Filippo De Boni
Daelli Milano
1864 pagine 117

   





Roma