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      Il Martire di gran lunga vinceva tutti in dottrina. Mentre il Valdes tenea conferenze in sua casa, il Romano scorreva la Terra di Lavoro, ei s'accinse ad esporre in san Pietro, sua chiesa, i concetti dell'apostolo delle Genti con sì ragionata e soave eloquenza, che vi accorrea tutta Napoli, popolo e nobili; notavasi qualche vescovo. Ond'era reputato cattivo cristiano chi non vi andava6.
      I frati se ne conturbarono grandemente; e nel loro gridio non serbarono più misura, udendo il Vermigli interpretare quel versetto della prima lettera ai Corinti, che dice: - Imperocchè altro fondamento non può gettar chicchessia, fuori di quello ch'è stato gettato, che è Gesù Cristo -; e per la interpretazione cadea sconfitta tutta la dottrina del purgatorio, quella dottrina relativamente moderna, ma che già forniva le più copiose fonti d'ogni ricchezza ecclesiastica.
      Intanto l'Ochino veniva chiamato a Venezia. A cui furono necessarii de' negoziati. Era sì vasta di quel cappuccino la fama, che molti de' più considerevoli Veneziani, tra i quali pratici e filosofanti non era vivacissima da gran tempo la fede, avean pregato il Bembo di procurar loro il bene d'udirlo nella chiesa de' santi Apostoli. E questi ne scrisse alla marchesana di Pescara, che sull'Ochino potea grandemente e lo determinava all'evangelica visita. Abbiamo ancora le calde parole del Bembo, con cui ringraziavane la poetessa. - Confesso, ei diceva, non avere mai udito predicar più utilmente, nè più santamente di lui. Nè mi maraviglio se V. S. lo ama tanto, quanto Ella fa.


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L'inquisizione e i calabro-valdesi
di Filippo De Boni
Daelli Milano
1864 pagine 117

   





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