L'indice del Caraffa è strano sotto ogni aspetto; racchiude opere di cardinali ancora viventi, e anche poesie del suo zelantissimo De la Casa; vi sono registrati tutti gli scritti di Enrico VIII, anche quello sui sacramenti contro Lutero, per cui Leone X concedevagli il titolo di Difensor della fede, confermato poi da Clemente. Che volete di più? Vi si trova il memoriale de' Cardinali per la riforma ecclesiastica, benchè uno degli autori ne fosse lo stesso Paolo IV. Il quale così comandava di non leggere sotto pena di scomunica uno scritto, che Paolo III sotto pena di scomunica volea si facesse. Il Caraffa fe' pure registrarvi le istruzioni e le credenziali date dal pio Adriano VI a Francesco Cheregato per la dieta di Norimberga; in essa il fiammingo pontefice non dissimulava punto gl'immensi disordini nella Chiesa - ingenuità dal Pallavicino aspramente redarguita22.
Quando i libri non fossero degni del fuoco, ma pure contenessero qualche menda, restavano lo stesso vietati, finchè si espurgassero, o ristampando si mutilassero. E da quell'anno spesseggiano le falsificazioni cattoliche, le quali rendono sospetti tutti i libri editi nella seconda metà del secolo decimosesto, non eccetto que' di Venezia. L'inquisizione e i suoi agenti troncavano, interpolavano, eviravano qualunque opera, ove fosse un'idea, un vocabolo, un nome proprio che dispiacesse loro. La storia del Guicciardini fu mutilata di quattro libri; quando vennero all'estero publicati, i nostri letterati cattolici, come il Fontanini, gridarono all'impostura degli eretici.
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