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      Quel luogo anticamente dicevasi Torre di Guardia, per una torre esistente sul monte, forse eretta in origine contro i corsari, e d'intorno alla quale si stesero i primi venuti. Io non sarei lontano dal credere che questi vi capitassero sotto il primo angioino per alcune circostanze, che giova rammentare. Dominava allora in Fuscaldo un Del Poggio, nobile Lombardo, che forse guerreggiando cooperò alla conquista del nuovo monarca, ed avrebbe avuto in benemerenza quel fondo. Non riesce in tal caso difficile spiegare come sotto di lui sian qui venuti i primi Valdesi.
      I nobili Lombardi, in ispecie di parte ghibellina, e talora anche di parte guelfa, non si mostravano gran fatto amici del clero romano, e non di rado, sostenendo gli eretici, lo combattevano. Paterini o Valdesi, od almeno loro favoreggiatori, non erano forse Jacopo Mainerio, milanese e podestà di Piacenza nel 1233; Manfredo conte di Cortenuova, podestà di Milano nel 1234; Corrado da Venosta, potente signore di Valtellina e amico di Ottone Visconti; Stefano Gonfalonieri di Alliate, il marchese Oberto Pallavicino, e non pochi altri? Essi ricoveravano eretici, concedevano che questi tenessero publiche scuole; talora perfino appostavano gl'inquisitori che a processarli venivano. Corrado da Venosta facea morire fra Pagano da Lecce con un compagno e due notai laici. Jacopo della Chiusa pagava i sicari dell'inquisitore fra Pietro di Verona25, fatto immortale dal Tiziano, santificato poi dalla Chiesa, come il Guzman, come il Ghislieri e parecchi altri inquisitori.


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L'inquisizione e i calabro-valdesi
di Filippo De Boni
Daelli Milano
1864 pagine 117

   





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