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      Nulla a san Sisto. In Guardia, che restò popolata da' Calabro-Valdesi, i quali niegarono o celarono l'antica loro fede, sopravisse un vernacolo, che in tutto somiglia al dialetto ancora parlato nelle valli piemontesi48. Inoltre le popolane ricordano sempre nel loro vestire le foggie che in val d'Angrogna apparivano in sul finire del secolo scorso; e altre somiglianze di tipo, di carnagione e di usi si notano, che chiaro addimostrano gli abitanti di Guardia fratelli di razza ai Valdesi del Piemonte.
      Ho pensato rivolgermi a Cosenza per disseppellire negli archivi di colà traccie se non altro dell'antico processo. Le memorie più antiche che ivi si conservano sono del secolo decimosettimo; giacquero le anteriori distrutte. Essendo chiusi alla storia gli archivii delle curie, che il governo avrebbe dovuto raccogliere, non mi rimaneva a pescare che nel grand'Archivio di Napoli. E rinvenni ben poco49. Ma se le mie investigazioni non fruttarono nuovi fatti, autenticano con documenti officiali l'eccidio; ed è molto.
      I condannati a morte s'ebbero inoltre la confisca di tutti i loro beni da volgersi alla regia Camera. A compiere questa parte il governo vicereale nel settembre del 1561 spediva il dottor Annibale Molles, nome abbastanza noto negli annali della giustizia napoletana, qual regio commissario in Calabria per ricuperare i beni degli eretici e consegnarli al fisco. Si noti il vocabile ricuperare, adoperato nel decreto, che nel fondo significa togliere ai pupilli e alle vedove l'ultimo sostegno della povera vita.


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L'inquisizione e i calabro-valdesi
di Filippo De Boni
Daelli Milano
1864 pagine 117

   





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