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      Non è mio proposito il discutere qui, e né tampoco esporre in riassunto, le idee fondamentali del celebre autore dell'Origine delle specie; solo premetterò alcuni pochi cenni fra quelli che più direttamente interessano il mio soggetto.
      Non è chi non conosca l'origine di tante razze diverse de' nostri animali domestici da un unico stipite. Molte di queste razze si distinguono fra di loro per caratteri di importanza almeno uguale, soventi maggiore, di quelli sui quali sono fondate le distinzioni delle specie. Noi vediamo coi nostri occhi accidentali deviazioni dal tipo originario, direi quasi mostruosità di primo grado, fissarsi e trasmettersi per eredità e così aversi una progenie perpetuantesi, la quale è di qualche grado, e talvolta anche di grado notevolissimo, diversa dai genitori. Nel 1770, in America, un toro nato accidentalmente senza corna fu stipite di una razza, che tutt'ora si mantiene e si propaga, di buoi scornuti. Noi diciamo che questa è una razza e non una specie, perché siamo stati noi stessi testimoni della sua origine. Senza questa circostanza, quale naturalista, incontrando de' buoi senza corna in qualche remoto angolo della terra, esiterebbe a farne una specie affatto particolare od anche, più che una specie, un genere? E quante razze non distinguiamo noi, oltre che di buoi, di montoni, di cavalli, di cani, razze che l'uomo perpetua o modifica o trasforma in tante guise a suo talento, secondo i suoi propri bisogni?
      È in questo modo che è sorta una vera industria che ben si può chiamare creatrice e che forma uno dei rami più importanti dell'economia rurale, industria nella quale gli Inglesi saranno sempre maestri a tutto il mondo.


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L'uomo e le scimie
di Filippo De Filippi
1864 pagine 53

   





Origine America Inglesi