Infine l'ultimo risultato è questo: che il famoso assioma è andato a far compagnia ad altri spezzati ceppi del libero pensiero. Una determinazione fisiologica della specie è impossibile, ed ormai non possiamo più parlare che di specie sistematiche, di specie di convenzione. Quelle che siamo abituati a chiamar razze o varietà, sono specie incipienti; quelle che noi diciamo specie sono varietà ben definite e sovratutto sanzionate da un'origine lontana.
Infine l'insieme delle specie create può essere rappresentato da un albero: i rami verdi dell'annata sono le specie attuali, i bottoni sono le varietà o razze o in altre parole le specie dell'avvenire, i rami legnosi delle annate precedenti sono le specie passate, stipiti delle specie attuali. Fra questi rami i vecchi germogli inariditi e sopraffatti dagli altri, in quella che Darwin chiama lotta per l'esistenza, sono le specie estinte senza successione.
Cerchiamo ora di applicare queste premesse ad un solo soggetto, a quello che è il nodo della grande quistione che ci proponiamo discutere.
Nella grande famiglia delle scimie tre si distinguono per la loro rassomiglianza all'uomo: le così dette scimie antropoidi; e sono l'orang-outang di Borneo, il chimpansé di Guinea, il gorilla del Gabon, tutte superiori alle altre scimie per le grandi dimensioni, per la mancanza della coda, delle borse alle guancie, delle callosità deretane e per l'incesso tra il verticale ed il carpone, nel quale non mettono a terra la palma delle mani, ma il dorso delle dita piegate.
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