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      Insistendo nell'esame comparativo de' caratteri della pelle, le analogie fra l'uomo e le scimie saranno maggiori delle differenze. Nella generalità delle scimie, come nei mammali tutti, il pelo dell'antibraccio ha la stessa direzione che sul braccio; è diretto cioè verso la mano. Assai diversamente è nell'uomo ma non nel solo uomo: anche nell'orang-outang, nel chimpansé e nel gorilla: in tutti il pelo, alla metà inferiore dell'antibraccio, è diretto all'esterno, poi gradatamente salendo si rivolge in su verso il cubito.
      Rivolgiamo ora la nostra attenzione alla pelle propriamente detta: anche qui troveremo l'uomo e le scimie far causa comune fra di loro e separata da quella degli altri animali. Per condizioni particolari, inerenti alla sua struttura elementare, la pelle dell'uomo, specialmente sotto i brividi del freddo, prende quella particolare scabrezza che è conosciuta col nome di pelle d'oca. Per lungo tempo questo fenomeno è stato considerato come proprio dell'uomo, finché poi non lo si venne a scoprire anche nell'orang-outang.
      La pelle della palma della mano e della pianta del piede nell'uomo si presenta colla medesima ricchezza di papille, col medesimo modo di loro aggruppamento, colla medesima ricchezza di nervi e terminazione de' nervi nelle papille stesse; e per tali caratteri è differente dalla pelle delle altre regioni del corpo. L'esercizio del senso attivo, localizzato, del tatto è in stretta relazione colla mentovata particolare condizione anatomica. Se agli occhi vostri non fosse abbastanza provata l'omologia perfetta fra la mano ed il piede, aggiungete pure anche questo argomento.


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L'uomo e le scimie
di Filippo De Filippi
1864 pagine 53