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      Or bene, la palma delle coś dette quattro mani delle scimmie presenta ancora le stesse papille medesimamente aggruppate, coi medesimi fili nervosi terminati nel medesimo modo; e questi caratteri cambiano affatto al di là delle scimie.
      Le differenze leggere ed incostanti che nell'uomo e nelle scimie presentano i muscoli delle varie parti del corpo non sono pel nostro soggetto gran fatto importanti. Ve n'ha peṛ che, senza il soccorso dello scalpello anatomico, l'occhio scorge immediatamente, come per esempio quelle che si disegnano nelle forme esterne. Lo sviluppo dei glutei e dei muscoli gemelli che formano il polpaccio, danno alla statua umana rilievi e rotondità che si cercano invano nella scimia, ma notate bene, parlo della statua umana tipica realizzata nell'europeo: che la razza nera invece, anche per questo carattere, fa passaggio ai quadrumani.
      Rivolgiamo ora la nostra attenzione allo scheletro e prima di tutto al cranio.
      Quanto alla forma generale il cranio delle scimie si distingue subito dal cranio umano per il prolungamento delle ossa mascellari e della mandibola, per l'inclinazione de' denti incisivi, d'onde in gran parte deriva l'acutezza dell'angolo facciale. In stretta correlazione con questo carattere, conformemente alla legge di Daubenton, il foro occipitale si trasporta all'indietro; quindi la posizione meno accentrata del cranio sulla colonna vertebrale, e quindi ancora la necessità di una maggior forza dell'aponeurosi occipito-cervicale e de' suoi attacchi.


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L'uomo e le scimie
di Filippo De Filippi
1864 pagine 53

   





Daubenton