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      Or bene, se fra i distintivi organici dell'uomo in confronto colle scimie ci fosse anche questo, il prof. Bianconi non avrebbe esitato un istante a metterlo in prima linea: fors'anco non avrebbe creduto necessario lo scendere fino ai caratteri molto subordinati delle zanne, dell'arcata zigomatica, del legamento plantare; e nel supposto caso avrebbe avuto molto maggior ragione che non nel caso concreto.
      Nessun ordine zoologico è fondato su caratteri organici equivalenti a quelli sui quali il prof. Bianconi stabilisce l'ordine de' bimani: che se egli ha in suo favore la continuata tradizione delle scuole, non deve dimenticarsi che è appunto la legittimità di questa tradizione che si vuol discutere. Egli avrebbe forse proceduto in altro modo ove la quistione fosse stata semplicemente sulla possibile derivazione delle scimie dai maki. La cagione di questo diverso contegno è perfettamente chiaro. Egli è che insieme alla quistione zoologica ne è stata travolta un'altra di assai diversa natura, ed una reazione scusabile appena in chi viva fuori del mondo delle cose reali, ha dato il prisma all'occhio del naturalista.
      Quante volte non si è detto che l'uomo è il riassunto di tutta la creazione organica, senza che gli spiriti più eccitabili, le coscienze più timorate, non ne risentissero offesa! La nuova teoria non fa che ridurre a forma più scientifica questa frase astratta. Al dire che l'uomo è l'ultimo termine della catena degli esseri creati, nessuno si commuove: quando si contano e si denominano gli anelli di questa catena, sorgono proteste da ogni parte.


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L'uomo e le scimie
di Filippo De Filippi
1864 pagine 53