Sul punto di correggere le bozze di stampa, mi venne gentilmente comunicato uno scritto recentissimo, nel quale un altro professore dell'Università di Bologna trae occasione per dichiararsi risoluto avversario della teoria che ho cercato di propugnare7. Se il principio d'autorità potesse per sé solo troncare d'un tratto una quistione di filosofia naturale, sarebbe questo il caso di darsi per vinto e non fiatar più. Mi permetta però l'illustre professore Calori, che io sottometta al suo giudizio le stesse osservazioni fatte al suo collega. La quistione non s'aggira punto sulla differenza fra il gorilla e l'uomo, ma veramente sulla derivazione di queste differenze. Certo il gorilla non genera che gorilla, e gli stessi più entusiasti darwinisti non pensano altrimenti. La vera quistione è assai più generale e può esprimersi così: se quelle che noi diciamo ora differenze specifiche non abbiano avuta, nella lunga successione de' periodi geologici, la stessa origine di quelle altre differenze che ora veggiamo coi nostri propri occhi prodursi e perpetuarsi e che per ciò solo consideriamo come di varietà o di razze. E poiché il professore Calori fa esso pure intervenire come argomento necessario in siffatta quistione l'idea di una Sapienza infinita, di un autore supremo della natura, mi sia lecito il ripetere che l'autore delle forme organiche è pure l'autore delle leggi che le governano e singolarmente e nel complesso, e che in queste, più che nelle prime, si manifesta la Sapienza infinita; che si può essere profondamente atei ammettendo la formazione di getto delle specie organiche, mentre un vero sentimento religioso è conciliabile colla dottrina della figliazione genealogica della specie da un tipo primitivo, come l'esclamazione ascetica "non casca foglia che Dio non voglia" è conciliabile col pieno riconoscimento delle leggi della gravità.
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