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      Che infiammando occupolli.
     
      I poeti si destano e cantano alla turba le vedute bellezze, la terra non più squallida, ride; al discendere dell'armonia nel cuore dei mortali, l'ira tace e sii sveglia un secreto ardente desiderio di carità e di pace, onde la vita si fa bella e riposata:
     
      L'iraV'ammorzava quel canto, e dolce, invece,
      Di carità, di pace vi destavaIgnota brama.
     
      Dopo aver'cantato, le Muse risalgono all'Olimpo e ne ricevono le lodi di Giove, ma per tornar sollecite presso Pindaro, a que' luoghi che un gentile ricordo rende cari,
     
      .... chè amenoOltre ogni loco a rivedersi è quello
      Che un gentil fatto ti rimembri.
     
      Le Muse spiegano a Pindaro che, se egli, a malgrado dell'amor delle Muse, non potè ancora sciogliere canti immortali, ciò accade per la vendetta d'un Nume, poich'egli, fino ad ora, negò il canto alle Grazie; senza le quali nè pure gli Dei
     
      .... son usiMover mai danza o moderar convito.
      Da lor sol vien se cosa in fra i mortaliE di gentile, e sol qua giù quel canto
      Vivrà che lingua dal pensier profondoCon la fortuna delle Grazie attinga.
      Queste implora coi voti, ed al perdonoFacili or piega. E la rapita lode
      Più non ti dolga. A giovin quercia accantoTalor felce orgogliosa il suolo usurpa;
      E cresce in selva, e il gentil ramo eccedeCol breve onor delle digiune frondi:
      Ed ecco il verno le dissipa; e intantoTacitamente il solidario arbusto
      Gran parte abbranca di terreno, e milleRami nutrendo nel felice tronco
      Al grato pellegrin l'ombra prepara.
      Signor così degl'inni eterni, un giorno,
      Solo in Olimpia regnerai: compagna


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Alessandro Manzoni
Studio biografico
di Angelo De Gubernatis
Le Monnier Firenze
1879 pagine 296

   





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