A lui che nell'erba del campoLa spiga vitale nascose,
Il fil di tue vesti compose,
Di farmachi il succo temprò,
Che il pino inflessibile agli austri,
Che docile il salcio alla mano.
Che il larice ai verni, e l'ontanoDurevole all'acque creò;
A quello domanda, o sdegnoso,
Perchè sull'inospite piagge,
Al tremito d'aure selvagge,
Fa sorgere il tacito fior,
Che spiega davanti a lui soloLa pompa del pinto suo velo,
Che spande ai deserti del cieloGli olezzi del calice e muor.
Il Manzoni, per propria confessione, voleva dimostrare che non vi è nulla e nessuno inutile a questo mondo; che come Dio ha le sue ragioni per far crescere il fiore nel deserto, così anche i monaci, anche gli eremiti sebbene apparentemente inutili alla società, avranno qualche merito, per le loro solitarie e segrete virtù, innanzi al Creatore. Ma ancora qui il ragionamento vince ed ammazza il sentimento. Il Manzoni ha pensato molto più che sentito gl'Inni Sacri. Non gli uscirono dal cuore per impeto di una fede ardente, ma dalla testa, per disciplina della propria ragione piegata e costretta a quell'esercizio letterario dai consigli, dagli eccitamenti, anzi dai precetti di monsignor Luigi Tosi suo confessore. Egli obbedì, ma era evidente che l'obbedienza gli costava molta fatica. Si voleva fare dell'ode Pariniana un'ode Cattolica, e si toglieva alla lirica il principale dei suoi caratteri, la spontaneità. Nello sforzo per riuscir sublime, molte volte il Manzoni negl'Inni Sacri riuscì oscuro; una tale oscurità non si dissimulava egli medesimo, e, anzi che scusarsene a chi gli domandava schiarimento di qualche passo ambiguo, rispondeva su per giù come a Luigi Frati, il quale aveva assunta l'apologia degl'Inni Sacri contro il sacerdote Salvagnoli-Marchetti, autore di un opuscolo che li bistrattava: "Si contenti ch'io non dica nulla sul passo, dove Ella incontra difficoltà, e che, del rimanente, non porta il prezzo che Ella se ne occupi, appunto perchè v'incontra difficoltà; giacchè le parole hanno a dire da sè, a prima giunta, quel che voglion dire; e quelle che hanno bisogno d'interpretazione, non la meritano.
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Alessandro Manzoni
Studio biografico
di Angelo De Gubernatis
Le Monnier Firenze 1879
pagine 296 |
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