Io mi ricordo essermi intenerito, da fanciullo, cantando in coro con ingenua fede uno di que' rozzi idillii natalizii innanzi al Presepio; nessuno potrebbe innanzi al Presepio cantare ora tutto il Natale del Manzoni, perchè troppi versi vi sono, i quali avrebbero bisogno di commento per venire intesi, atti benissimo a significare alle persone colte (che pur troppo, in Italia almeno, non vanno più in chiesa a cantar inni) la grandezza del mistero che si vela nel nascimento di Cristo, ma non già a rappresentarlo in forma viva al popolo, al quale la poesia sacra è specialmente destinata. Il fine dell'Inno manzoniano sul Natale assume il tono del canto popolare; tuttavia qua e là occorrono ancora versi o immagini troppo sapienti. Il popolo capirà, per esempio, perfettamente il principio di questa strofa:
Dormi, o Fanciul non piangere,
Dormi, o Fanciul celeste;
Sovra il tuo capo stridereNon osin le tempeste.
Il popolo capisce questa specie di tenerezza; ma essa non avrebbe mai aggiunto di suo i tre versi rettorici che seguono, i quali descrivono le tempeste:
Use su l'empia terra,
Come cavalli in guerra,
Correr dinanzi a te;
oltre che al nostro popolo l'idea che la terra sia empia non può entrare. Il popolo intenderà i due primi versi della strofa che segue:
Dormi, o Celeste, i popoliChi nato sia non sanno;
e non più i seguenti:
Ma il dì verrà che nobileRetaggio tuo saranno;
Che in quell'umil riposo,
Che nella polve ascosoConosceranno il Re.
Per il popolo il Bambino nasce ogni anno. Il Manzoni si riporta col suo pensiero all'anno storico della nascita del Redentore, per profetare che un giorno il Bambino sarà adorato "in quell'umil riposo" come il Re. Ma il popolo che canta il Bambino che nasce, e però la poesia del Natale, non si cura di quello che ne penseranno i posteri; il Bambino è nato a posta per esso, esso lo canta, lo adora, come suo proprio Dio, che crescerà per lui, che per lui farà miracoli e si lascerà un giorno ammazzare.
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Alessandro Manzoni
Studio biografico
di Angelo De Gubernatis
Le Monnier Firenze 1879
pagine 296 |
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