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      E non vorrei avere a confessare di non sentirla mai così vivamente, come quando si tratta di cavarne delle frasi; ma almeno non ho il proposito d'ingannare, e col dubbio d'aver potuto anche involontariamente dar di me un concetto non giusto, mi nasce un timore cristiano d'essere stato ipocrita, e un timore mondano di comparire tale agli occhi di chi mi conosce meglio." Questa preziosa confessione può ridursi ad una sola formola: dal Manzoni cattolico uscirono, in somma, sole voci di testa; ed ora udremo, se vi piace, le sue più gagliarde e spontanee voci di petto, e vedremo finalmente spiegarsi tutta la singolare originalità del genio manzoniano.
     
     
     
     
      XV.
     
      Il Manzoni Poeta drammatico.
     
     
      Un psicologo troverebbe argomento di uno studio molto importante, esaminando in qual modo la mente del Manzoni abbia potuto, nel 1815, scrivere, dopo il Carme In morte dell'Imbonati, una Canzone stentata e rettorica, e poi rivelarsi di nuovo, con insolito splendore, nei Cori del Carmagnola. Ma converrebbe pure che fosse aiutato, in questa indagine, da qualche indizio biografico. Ora la biografia manzoniana dal 1810 al 1818, o tace intieramente, o ci dice soltanto che il Manzoni in quel tempo rimase sotto la disciplina religiosa di monsignor Tosi, scrisse alcuni Inni Sacri e s'occupò d'agricoltura. È troppo poco per ispiegarci la singolare, quasi febbrile e potente operosità dell'ingegno manzoniano che muove dall'anno 1818 e va fino al termine dell'anno 1824, sei anni preziosi, ne' quali veramente si è rivelato tutto il genio poetico del Manzoni.


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Alessandro Manzoni
Studio biografico
di Angelo De Gubernatis
Le Monnier Firenze
1879 pagine 296

   





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