...... ConsiglioDi vili arti ch'io stesso a sdegno avrei,
Io non ti do, nč tal da me l'aspetti;
Ma tra la noncuranza e la servileCautela avvi una via; v'ha una prudenza
Anche pei cor pių nobili e pių schivi;
V'ha un'arte d'acquistar l'alme volgari,
Senza discender fino ad esse; e questaNel senno tuo, quando tu vuoi, la trovi.
Il Conte, ossia forse il Manzoni, vorrebbe fidarsi al suo destino, e non curar troppo le male arti de' nemici; Marco, ossia ancora, come si puō sottintendere,, il Fauriel gli pone innanzi l'immagine della moglie e della figlia amatissime, ma forse in qualche momento dimenticate per alcun'altra pių forte attrattiva, per l'amore della patria:
Vuoi che una corda io tocchiChe ancor pių addentro nel tuo cor risoni?
Pensa alla moglie tua, pensa alla figlia,
A cui tu se' sola speranza; il cieloDič loro un'alma per sentir la gioia,
Un'alma che sospira i dė sereni,
Ma che nulla puō far per conquistarli.
Tu il puoi per esse; e lo vorrai. Non direChe il tuo destin ti porta; allor che il forte
Ha detto: io voglio, ei sente esser pių assaiSignor di sč che non pensava in prima.
Il Manzoni poeta cristiano detta ancora queste pie parole al fiero Conte condannato a morte:
E tu, Filippo, ne godrai! Che importa?
Io le provai quest'empie gioie anch'io;
Quel che vagliano or so.
E quest'altre affettuose alla moglie Antonietta paiono suggerite al Conte da Enrichetta Blondel, la moglie del Manzoni:
......O sposoDe' miei bei dė, tu che li fęsti, il core
Vedimi; io moio di dolor, ma pureBramar non posso di non esser tua.
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Alessandro Manzoni
Studio biografico
di Angelo De Gubernatis
Le Monnier Firenze 1879
pagine 296 |
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