E questo non nasceva solo dalla peste che aveva fatto monte di tante cose; ma era, come s'è potuto vedere anche in varii luoghi di questa storia, cosa comune a que' tempi che i decreti tanto generali, quanto speciali contro le persone se non c'era qualche animosità privata e potente che li tenesse vivi e li facesse valere, rimanevano spesso senza effetto, quando non l'avesse avuto sul primo momento." Il Manzoni non ebbe di questi nemici privati e potenti che lo volessero perdere ad ogni costo; e però tenuto fuori dai primi processi, quando i processi si chiusero, non si parlò altro di lui; non già per questo ch'egli fosse contento dell'andamento delle cose, e rassegnato al Governo straniero; vi è anzi un passo dei Promessi Sposi, che potrebbe anche essere di Tacito o del Machiavelli, ov'è chiaro che l'Autore intende muover rimprovero agl'Italiani, i quali dopo aver levato alte grida pel supplizio di pochi generosi tollerano poi in pace l'ignominia d'oltraggio di una lunga servitù. "Noi uomini siamo, in generale, fatti così: ci rivoltiamo sdegnati e furiosi contro i mali mezzani, e ci curviamo in silenzio sotto gli estremi, e sopportiamo, non rassegnati, ma stupidi, il colmo di ciò che da principio avevamo chiamato insopportabile." Altrove l'Autore, nel tempo stesso che gli scusa, sembra rivolgere un biasimo delicato a que' patrioti, i quali espatriavano senza una vera necessità; naturalmente l'Autore vuole aver aria di parlare soltanto di Renzo e di Lucia, che lasciano il loro villaggio per recarsi nell'ospitale e laborioso Bergamasco; ma il Bergamasco potrebbe assai bene nel caso nostro nascondere l'Inghilterra ed il Belgio.
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Alessandro Manzoni
Studio biografico
di Angelo De Gubernatis
Le Monnier Firenze 1879
pagine 296 |
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