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      Si trovō poi che un Fra Cristoforo da Cremona avea realmente sacrificato la propria vita per gli appestati di Milano; ma, in quanto il Manzoni se ne servė per farne un tipo immortale, oltre alla sua particolare simpatia per i Padri Cappuccini, che risaliva alle prime vivaci impressioni d'infanzia, ci doveva entrare lo studio dell'Autore a rappresentarci la vittoria riportata sopra sč stesso dal violento Lodovico che diventa un monaco piissimo, per meglio persuadere sč stesso che nella prima gioventų non avea sempre dovuto essere moderato e temperato, della necessitā di domare gl'istinti e di vincere le passioni. Qualche cosa del giovine Manzoni, qualche pagina della sua prima vita č lecito argomentare che si trovi accennata nel racconto della gioventų di Lodovico. Noi non sappiamo se il Manzoni abbia avuto duelli nella sua gioventų; delle cosidette leggi cavalleresche egli ne parla come un uomo che le conosce, meglio che dai libri di cavalleria, i quali si trovano nella biblioteca di Don Ferrante, per un po' di pratica; ed č possibile che qualche caso di provarsi alla scherma, se non di un serio duello, gli sia occorso in Milano innanzi al suo primo viaggio di Parigi; ma non abbiamo per ora alcuno indizio per affermarlo(67). In ogni modo, Lodovico convertito in Fra Cristoforo rassomiglia tanto all'Autore che par proprio lui, eccetto il tono di predica che non era del Manzoni. "Il suo linguaggio, č detto, era abitualmente umile e posato; ma, quando si trattasse di giustizia o d


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Alessandro Manzoni
Studio biografico
di Angelo De Gubernatis
Le Monnier Firenze
1879 pagine 296

   





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