Il 12 marzo dell'anno 1827, ad una domanda della contessa Diodata Saluzzo relativa al romanzo il Manzoni rispondeva: "La filastrocca, della quale Ella ha la bontā di richiedermi, č bensė stampata in gran parte, ma nulla ne č ancor pubblicato, nč sarā che ad opera compiuta. Del quando non posso fare alcuna congettura un po' precisa; perchč di quel che manca alla stampa, una parte manca ancora allo scritto; e il compimento di questo dipende da una salute incerta e bisbetica, la quale spesso mi fa andare assai lento, e talvolta cessare affatto per buon numero di giorni. Dell'essersi poi, come Ella mi accenna, veduto costi il giā stampato, io non so che mi dire nč che pensare, non ve ne avendo io spedita certamente copia, nč in altra parte d'Italia. Nč anche posso tacere che, siccome l'aspettazione di alcuni mi aveva giā posto in gran pensiero, cosė in grandissimo mi pone codesta ch'Ella si degna mostrarmi: che, riguardando al mio lavoro, sento troppo vivamente quanto sia immeritevole di una sua curiositā; e troppo certamente prevedo quanto questa sia per essere mal soddisfatta. Ma, ad ogni modo, la prova non sarā terribile che per la vanitā; e io confido ch'Ell
a si contenterā di dimenticare il libro noioso, senza cacciar per questo l'autore dal posto accordatogli nella sua benevolenza." Da questa lettera rileviamo che nel marzo 1827 il libro era al suo fine, ma che il Manzoni doveva ancora scriverne gli ultimi fogli. Č potuto parere strano ai lettori de' Promessi Sposi che il Manzoni fissasse il numero de' suoi lettori a soli venticinque; o eran troppi, o troppo pochi; si disse che in quel caso il Manzoni affettava soverchia modestia; ma č difficile il cogliere il Manzoni in fallo; il buon senso č stato forse pių vicino a lui che a qualsiasi altro mortale.
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Alessandro Manzoni
Studio biografico
di Angelo De Gubernatis
Le Monnier Firenze 1879
pagine 296 |
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