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      Ora noi sappiamo che, prima di venir pubblicati, i Promessi Sposi furono veramente letti e talora molto criticati da un numero scelto di amici, che potrebbero per l'appunto sommare insieme al numero di venticinque. Essi furono, dal 1823 in cui i Promessi Sposi furono finiti di comporsi, al 1827, ossia per ben quattro anni, per un caso singolare, il solo vero pubblico de' Promessi Sposi; e, per quanto nel trovarsi così limitato ci fosse da sperare che usasse discrezione e riserbo, non pare che una tal regola siasi osservata da tutti; sembra anzi che alcuno de' venticinque lettori parlasse troppo e che si permettesse un genere di censure irritante per ogni autore, ma specialmente per un autore come il Manzoni; ond'egli preparò per la stampa e pubblicazione definitiva del libro, destinato da prima ai soli amici fidati, una frecciata delle sue, e la lanciò in modo che il pubblico potesse non capire, e la dovessero sicuramente sentire gli amici indiscreti, ai quali essa era diretta(72). Non sarà troppa temerità la nostra il supporre che una delle persone più colpite doveva essere Niccolò Tommaseo: l'articolo critico ch'egli pubblicò nel fascicolo di ottobre del 1827 nell'Antologia, è forse, fra tutti gli articoli che si scrissero allora sopra i Promessi Sposi, il più malizioso, Il Tommaseo parla della "degnazione," con la quale il Manzoni "si è abbassato a voler fare un romanzo," e si domanda: "Chi mi sa dire per quali pensieri e sentimenti passasse lo spirito di quest'uomo singolare nel corso del suo lavoro?


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Alessandro Manzoni
Studio biografico
di Angelo De Gubernatis
Le Monnier Firenze
1879 pagine 296

   





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