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      Ma la benevolenza che attesta in ogni sua parte, mi da la certezza che di que' sentimenti non mi rimarrà che il primo. Per codesta così spontanea e per me preziosa benevolenza, Vi prego dunque, o Signori, di non dare al giornale, l'annunzio del quale mi rallegra, il titolo che v'eravate proposto. Sarebbe una cagione di vero e continuo turbamento alla mia vecchiezza, che, per quaggiù, non aspira ad altro che alla quiete. L'indulgentissimo vostro giudizio è già una gran ricompensa per de' lavori che non hanno altro merito, che d'esser fatti in coscienza. Confido, anzi mi tengo sicuro che non me la vorrete cambiare in un castigo, e che potrò goder subito in pace la speranza de' frutti che mi promette il saggio del vostro ingegno e del vostro cuore. Chiudo in fretta la lettera, perchè arrivi a tempo, come desidero ardentemente, e mi rassegno
     
      Milano, 1 novembre 1859.
     
      Dev.mo obbl.moALESSANDRO MANZONI."
     
      Ricevuta questa lettera stimammo debito nostro, per rispetto alla volontà del Manzoni, rinunciare tosto al primo titolo desiderato di Alessandro Manzoni, e lo sostituimmo perciò un altro che, nel nostro pensiero, doveva riuscire equivalente. Il nuovo giornale s'intitolò per tanto: La Letteratura civile; ebbe, tuttavia, la vita solita de' giornali compilati da studenti.
      (2) Quanto alla fisionomia del Manzoni, non si potrebbe tuttavia dire che essa avesse un carattere diverso da quello de' popolani di Lecco, ove, come me ne assicura il prof. Stoppani, s'incontrano spesso contadini, alla vista de' quali vien voglia di gridare: - Ecco il Manzoni.


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Alessandro Manzoni
Studio biografico
di Angelo De Gubernatis
Le Monnier Firenze
1879 pagine 296

   





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