Quando il Soave riparò nel 1796 in Lugano e vi ammaestrò il nostro piccolo Manzoni, era fuggiasco da Milano, ove spadroneggiavano vittoriosi i Sanculotti. Si capisce pertanto qual animo fosse allora il suo contro i repubblicani e come li dovesse rappresentare a' suoi piccoli alunni del Collegio di Lugano. Da Lugano lo richiamava poi in Napoli il principe d'Angri per affidargli l'educazione del proprio figliuolo. Il Manzoni dovette rivedere il Soave nel 1803 a Pavia, ove il buon Padre insegnava l'analisi delle idee; chi sa che il Manzoni non abbia pure frequentate le sue nuove lezioni di logica. Accennerò finalmente come, a promuovere le idee del giovine stoico Manzoni, può avere pure conferito alcun poco l'esempio del Soave che ci è rappresentato come uomo "d'ingenui e sinceri costumi, dal parlare lento e grave, dal viso alquanto austero, dal far contegnoso, non ostante il quale, la bontà sua lo rendea caro e venerato." "I locali del sozzo ovile (scrive Carlo Morbio, che fu egli pure alunno nel Collegio de' Nobili) non avevano subìto cambiamento importante dall'epoca in cui fuvvi Manzoni; così almeno assicuravano i vecchi del Collegio, che si ricordavano benissimo del vispo e caro Don Alessandro o Lisandrino. Verso la seconda corte ed i giardini, il Collegio spiegava un aspetto grandioso, ma melanconico e severo. Nell'interno, ampi eranvi i corridoi e le camerate. Era, per dir così, la fronte d'un vasto caseggiato, che non venne poi condotto a compimento. Verso il Naviglio poi l'Imperiale Collegio presentava una fronte ignobile e bassa.
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Alessandro Manzoni
Studio biografico
di Angelo De Gubernatis
Le Monnier Firenze 1879
pagine 296 |
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