Vide la luce il Misogallo, e la voce d'Alfieri, la sua voce che usciva dalla tomba, non levò alcun rumore in Italia, perchè una voce più potente si levava in ogni cuore contro un risentimento che mirava a fondare il patriottismo sull'odio. L'odio per la Francia! per la Francia illustrata da tanti genii e da tante virtù, donde sono sorte tante verità e tanti esempi! per la Francia che non si può vedere senza provare un'affezione somigliante ad amore di patria, e che non si può lasciare senza che al ricordo d'averla abitata non si mescoli qualche cosa di malinconico e di profondo simile all'impressione di un esiglio."
(16) Il Manzoni dovette conoscere il Foscolo, quando ritornò studente da Pavia. Gliene dovette conciliar la simpatia, oltre l'ingegno fervido, il culto che il Foscolo professava al Parini e il suo amore dell'indipendenza che lo rese forte contro l'adulato Buonaparte. Il Manzoni dovea essere tornato da Pavia meno entusiasta del Monti che non fosse quando vi si era recato: ne' litigi letterarii che il Monti ebbe col Foscolo, il Manzoni non parteggiò forse per alcuno, ma probabilmente ascoltò più volentieri il poeta più indipendente. Il Foscolo venerava l'Alfieri; al Monti, invece, parlando un giorno dell'Alfieri in casa del conte Venéri, scappò detto: "Un'arietta del Metastasio val più di tutte le sue opere insieme." Nel passo citato del Sermone manzoniano, ove si difende l'Alfieri contro i Metastasiani, è forse un'eco dei battibecchi letterarii fra il Monti ed il Foscolo: il Monti chiamò poi sacrilegio epico la traduzione alfieriana dell'Eneide, e non ebbe tutti i torti.
| |
Alessandro Manzoni
Studio biografico
di Angelo De Gubernatis
Le Monnier Firenze 1879
pagine 296 |
|
|
Misogallo Alfieri Italia Francia Francia Francia Il Manzoni Foscolo Pavia Foscolo Parini Buonaparte Manzoni Pavia Monti Monti Foscolo Manzoni Foscolo Alfieri Monti Alfieri Venéri Metastasio Sermone Alfieri Metastasiani Monti Foscolo Monti Eneide
|