Il contegno che così si usa con me, ha ormai irritata tutta l'Italia, e la sana porzione dei letterati, anche stranieri, ha già manifestato il suo sdegno su queste vili e scandalose ingiustizie. Della lettera di Manzoni fate l'uso che più vi piace, anche pubblico.
Milano, 6 febbraio 1805"
(19) Il Monti non fu, tuttavia, a quanto pare, de' lettori più solleciti de' Promessi Sposi, secondo quanto trovo scritto nelle Memorie autografe di un ribelle, di Giuseppe Ricciardi (Milano, 1873): "Recatici a visitare l'Osservatorio astronomico posto nel Palazzo di Brera, trovammo quivi l'Oriani e il Carlini. Altri uomini, più o meno illustri, conoscemmo indi a poco, fra cui nominerò primo il Manzoni. Il quale io vidi la prima volta in Milano, nel giugno del 1827. Sedeva in mezzo alla sua bella e numerosa famiglia e ad un nobile crocchio d'amici, in cui tenevano il primo luogo Ermes Visconti, Tommaso Grossi e Giovanni Torti, cioè, quasi tutta la così detta Scuola romantica. Ci fu introduttore in casa Manzoni il Rosmini, giovanissimo allora, ed il quale avevo conosciuto per mezzo di un assai colto e gentil veneziano, per nome Antonio Papadopoli. I Promessi Sposi erano usciti in luce pochi dì prima, ed io li avevo divorati con un piacere infinito, tanto più poi in quanto che m'avevo sott'occhio i luoghi, dei quali parla quel mirabile libro. Desiderosi oltremodo di salutare il decano dei poeti allora viventi, Vincenzo Monti, n'andammo a Monza col Papadopoli. Trovammo il povero vecchio adagiato, o, per dir meglio, giacente in un seggiolone.
| |
Alessandro Manzoni
Studio biografico
di Angelo De Gubernatis
Le Monnier Firenze 1879
pagine 296 |
|
|
Italia Manzoni Il Monti Promessi Sposi Memorie Giuseppe Ricciardi Milano Osservatorio Palazzo Brera Oriani Carlini Manzoni Milano Ermes Visconti Tommaso Grossi Giovanni Torti Scuola Manzoni Rosmini Antonio Papadopoli Promessi Sposi Vincenzo Monti Monza Papadopoli
|