Una vita così immacolata, così caritatevole, così forte, umile e liberale ad un tempo, doveva esercitare un fascino sullo spirito del Manzoni, spirito de' più larghi anche in fatto di religione che sieno mai stati al mondo." Noi conveniamo solamente in parte in questa ammirazione; noi crediamo che il Tosi ed il Manzoni, per natura, avessero ingegno ed animo largo; ma in quanto si proponevano di voler riuscire cattolici, esclusivamente cattolici, divenivano intolleranti. Quando giudicavano senza preconcetti cattolici, giudicavano bene, e liberalmente. Nella bella è lunga lettera che il Manzoni diresse da Parigi al Tosi sopra la questione religiosa, si trovano alcuni giudizii larghi che fanno onore a chi li proferiva e a chi gli ascoltava. La conclusione tuttavia è che noi in Italia dobbiamo essere contenti del nostro buon clero e della credulità del nostro volgo, ed una tale conclusione agghiaccia tutto il nostro entusiasmo: "Chi può dissimularsi gl'inconvenienti che esistono fra di noi? ma non v'è stato di guerra, perchè non ci son quasi protestanti; ma v'è una classe di buoni preti, i più dei quali potrebbero, è vero, senza danno, essere un po' più dotti, ma i quali per lo più hanno uno zelo sincero per la religione non mista di altre teorie, e una buona classe di fedeli che sono cristiani di cuore, e che non credono ad altri dogmi che ai rivelati."
(44) La vita del Manzoni in quegli anni ci è così descritta dal Sainte-Beuve: "Nel 1808 si ammogliava. Occupavasi d'agricoltura e d'abbellire la sua villa di Brusuglio presso Milano; poi tornava in Francia a rivedere gli amici della Maisonnette: e dava il Fauriel per padrino alla sua primonata, imponendole i nomi di Giulietta-Claudina.
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Alessandro Manzoni
Studio biografico
di Angelo De Gubernatis
Le Monnier Firenze 1879
pagine 296 |
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