Ambidue credo che si aspettavano peggio di quello che trovarono, a vedere il viso approvativo, ma un po' stupito, che mi fecero, quando lessi loro il mio romanzo. Diceva sorridendo Manzoni: "Strano mestiere il nostro di letterato; lo fa chi vuole dall'oggi al domani! Ecco qui Massimo: gli salta il grillo di scrivere un romanzo, ed eccolo lì che non se la sbriga poi tanto male." Pare che il Manzoni abbia detto invece: "Eccolo lì che ci riesce alla prima." - Lo stupore del Manzoni e del Grossi, del resto, aveva il suo fondamento, se è vero, come pare verissimo, quello che il signor Gaspare Barbèra disse aver inteso dalle stesso D'Azeglio: "Quando io scrissi (avrebbe detto l'Azeglio) la prima volta per illustrare la Sacra di San Michele (che fu stampata nel 1829), mi posi al lavoro dopo aver fatto raccolta di modi italiani, i quali mi pareva che dovessero fare un grande effetto sui lettori, e ne riempii più che potei il mio scritto. Andato in quei giorni a Milano, offrii a Manzoni una copia della Sacra, e lo pregai di notarmi ciò che gli fosse parso errore o difetto nello stile. Assunse di buon grado l'incarico; e dopo alquanti giorni essendomi fatto rivedere, il Manzoni mi fece per l'appunto notare quei passi che a me parevano i più belli e studiati, richiamandomi alla maggiore semplicità del dire. E coteste note accompagnate dalle sue osservazioni verbali mi aprirono un nuovo orizzonte nell'arte della scrivere e del dipingere." - Il Camerini lasciò pure scritto che il Grossi ed il Manzoni aiutarono l'Azeglio a correggere le bozze di stampa del Fieramosca.
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Alessandro Manzoni
Studio biografico
di Angelo De Gubernatis
Le Monnier Firenze 1879
pagine 296 |
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