Il poeta Lebrun riguardava come soverchia degnazione, come una discesa, il sedersi del Buonaparte sul trono dei re:
Et l'heureux Bonaparte est trop grand pour descendreJusqu'au trône des rois.
Il poeta Chènier, pel suo Ciro, riceveva una pensione di seimila franchi. Non mancarono i poeti genealogisti. L'Esmenard, per esempio, faceva discendere il Buonaparte da un Baldus re degli Ostrogoti, e lo fingeva parente del re di Svezia Gustavo IV. "Il padrone disgradò la ridicola adulazione, non fece alcun caso di quell'ostrogoto lignaggio, e nobilmente dichiarò che la famiglia Buonaparte incominciava dal 18 brumaio, êra di salute per la Francia. Pure il poeta genealogista, sulle prime fischiato, dopo due o tre anni ricavò frutto dalla sua cortigianeria." Nell'elogio del Viennet proferito all'Accademia francese dal conte di Haussonville, troviamo che il Viennet repubblicano avea risposto all'Esmenard con un'Epistola, ov'era questa strofa:
J'estime tes aïeux, mais j'aime mieux te voir
Être grand par toi-même, et ne leur rien devoir.
La France, en t'elevant au trône de ses maîtres,
A compté tes hauts faits, et non pas tes ancêtres.
Dicono che l'Imperatore, pur ignorandone l'autore, abbia molto gradito l'Epistola, e siasi esso stesso preso la briga di divulgarla. Quanti fatti consimili avrà avuto occasione di notare e però di ricordare il giovine Manzoni in Francia ed in Italia, e quanto disgusto deve egli aver provato alla caduta di quel Grande, nel vederlo indegnamente insultato da quegli stessi che l'avevano maggiormente esaltato!
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Alessandro Manzoni
Studio biografico
di Angelo De Gubernatis
Le Monnier Firenze 1879
pagine 296 |
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